C'erano una volta le fave, alimento prediletto dai poveri divenuti rapidamente un must have nelle cucine di mezzo mondo!
Un legume prezioso, gustoso, coltivato praticamente in ogni angolo dello Stivale, in vaso così come in orto. Della fava si mangiano i semi all'interno del legume allungato, da consumare crudi oppure cotti in zuppe, ad esempio.
Appartenente alla famiglia delle leguminose, le piante di fava (Vicia Faba) possono essere suddivise in quattro varietà in base alla grandezza del seme:
La semina della fava non è un'operazione particolarmente complessa. In genere si può avviare la germinazione delle piantine in autunno, tra ottobre e novembre, o tra febbraio e marzo, con l'arrivo della primavera.
La fava ha bisogno di temperature miti per "venire al mondo"; ecco perché il consiglio è quello di avviare la germinazione dei semi in semenzaio, trapiantando le colture una volta che le piantine avranno raggiunto almeno i 15 cm di altezza (ovvero dopo 30-40 giorni dalla semina).
Il terreno ospitante i semi o le piantine di fave dovrà essere ben concimato (compost, cenere di legna o letame maturo, senza esagerare però) e lavorato con una forca per la vangatura; una volta livellato il letto di semina con un rastrello, si preparano i solchi o le buchette atte a ospitare semi o piante di fava.
Le fave dovranno essere poste su file distanti 70 cm tra loro; ogni piantina sarà distante dalla sua omologa almeno 20 cm.
Le fave possono essere tranquillamente coltivate in vaso come in orto semplicemente attuando le medesime tattiche colturali che si adotterebbero con le piante di fagioli.
Innanzitutto vanno scongiurati i temibili ristagni idrici; altre operazioni da attuare per far crescere sane e robuste le piantine sono: scerbatura (contro le erbacce), zappettatura del suolo per ossigenare il terreno ospitante le fave e renderlo più soffice e la rincalzatura, perfetta per proteggere le piante di fava durante l'inverno.
Tra maggio e giugno si potrà finalmente avviare la raccolta delle deliziose fave, avendo cura di non aspettare che il seme diventi troppo duro e immangiabile.
Annaffiare correttamente le piantine di fave è la chiave per assicurarsi che la coltivazione non venga attaccata da malattie e che produca ortaggi gustosi e sani.
La fava va irrigata sin dalla nascita dei primi fiori; la coltura teme sia la siccità che il ristagno idrico, ragion percui è consigliabile annaffiare la leguminosa nelle ore più fresche della giornata, avendo cura di non bagnare le foglie.
Una irrigazione esagerata, che provochi dannosi ristagni idrici, può causare un indebolimento delle colture di fave, che potrebbero essere attaccate da un fungo chiamato carbone della fava. Basterà monitorare il suolo ospitante i legumi per evitare che le fave vengano danneggiate dalla patologia.
Le fave fanno gola a diversi insetti, dagli antipatici afidi neri (che possono essere allontanati dalla coltura eliminando le parti della pianta di fava aggredite dall'insetto) al tonchio, che si combatte ponendo i semi in microonde per qualche minuto prima di interrarli ed avviare la semina.
Ipocaloriche se consumate fresche (i legumi secchi contengono 4 volte in più le calorie dei semi "nudi e crudi"), le fave sono un alleato prezioso per contrastare il Morbo di Parkinson grazie alla presenza al loro interno di Levodopa (o L-dopa), un amminoacido che migliora la concentrazione di dopamina nel cervello.
Le fave apportano inoltre all'organismo un quantitativo significativo di fibre, ferro e vitamina C: tali componenti rendono le fave delle preziose alleate per il nostro benessere grazie alle comprovate qualità antianemiche e diuretiche.