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E' una delle spezie più utilizzate in cucina, merito del suo sapore speziato, leggermente piccante e capace di donare carattere anche al piatto di pasta più "sciapo".
Si fa presto a dire pepe, ma ben poco conosciamo di questa coltura, appartenente alla famiglia delle Piperacee e presente in natura sotto diverse forme (e colori), il più sdoganato dei quali è soprattutto il pepe nero.
Conosciamo meglio, allora, questa fantastica spezia. Pronti ad immergervi nel "pizzicante" mondo del pepe?
Il pepe è una pianta tropicale poco coltivata in Italia, nonostante come spezia in grani o sotto forma di polvere sia invece presente in ogni drogheria o supermercato.
Le sue origini sono antichissime: pare, infatti, che il primo granello di pepe nero sia stato rinvenuto addirittura sul corpo mummificato del faraone Ramesse II! L'etimologia del termine pepe è da far discendere dal latino "piper", a sua volta derivante dal greco "πέπερι (péperi)".
La pianta di pepe è una perenne rampicante, che può raggiungere i 6 metri di altezza e vivere a lungo, anche per 20 anni. In tal senso è una pianta perfetta da coltivare in vaso, seguendo particolari accorgimenti per mantenerla rigogliosa e prolifica.
La pianta vanta fusto verde, foglie di forma ovale e fiori bianchi e profumati. Il seme del pepe è contenuto all'interno del frutto: ogni frutto può contenere un solo granello.
Oltre al sopracitato pepe nero esistono altre varietà di questa famosa spezia. Le più note sono il pepe bianco - ottenuto dai frutti maturi messi in ammollo e privati della polpa - e il pepe verde, ottenuto da bacche acerbe trattate con lo zolfo.
Un discorso a parte merita il pepe rosa, noto anche come "falso pepe" ed ottenuto dall'albero Schinus molle.
Il suo uso in cucina deve essere gestito in maniera parsimoniosa, perché alcune sostanze contenute in questi bellissimi granelli sono tossiche. Il pepe rosa appartiene alla famiglia delle Anacardiacee, come il pistacchio. Il pepe rosa viene utilizzato per creare la deliziosa salsa creola ma anche come insetticida naturale, dato che il suo aroma tiene lontani gli insetti.
Trattandosi di una pianta tropicale il pepe ama temperature calde, aria umida e un terreno leggero, drenante, ben concimato e dal ph sub acido.
Tali requisiti non sono facili da trovare nel nostro Paese, almeno che non si opti per una semina e una coltivazione protette in serra nei mesi invernali o in casa, avvalendosi appunto di vasi tenuti in aree strategiche del terrazzo, della veranda o di altri angoli ben protetti.
La semina del pepe si avvia, dunque, in semenzaio in primavera inoltrata. In alternativa si può riprodurre la pianta tramite talee o semplicemente si possono travasare piante già nate in vaso, quest'ultima una delle opzioni più utilizzate.
La coltivazione del pepe richiede tantissima pazienza, perché la pianta tropicale impiegherà almeno 3-4 anni prima di divenire prolifica.
E' consigliabile curare alcuni aspetti legati al nutrimento da fornire al terreno ospitante la pianta e all'irrigazione del pepe. Per quanto riguarda il primo punto, bisogna aggiungere ogni anno dalla messa in dimora delle piantine dello stallatico o del compost nuovo.
Per quanto concerne le annaffiature, il pepe ha bisogno di essere irrigato spesso e generosamente assicurandosi, però, di evitare ristagni idrici.
La raccolta dei granelli di pepe avviene in periodi diversi a seconda della varietà che scegliamo di ottenere. Più precisamente:
I frutti raccolti vanno lasciati essiccare prima di essere aperti per ottenere i preziosi semi.
Il pepe teme le patologie legate a un'errata gestione delle annaffiature.
Mai eccedere con i "bagni" d'acqua, dunque, e mai irrigare la parte aerea della pianta.
Che sia nero, bianco, verde o di altre sfumature, il sapore del pepe è reso unico dalla presenza all'interno dei suoi grani della piperina che, oltre ad essere ritenuta afrodisiaca, vanta anche proprietà digestive, toniche e stimolanti.
Il pepe viene anche utilizzato come rimedio esterno per purificare, eliminare le tossine tramite stimolazione della sudorazione e per lenire dolori muscolari o causati da contusioni.
Dall'altissimo potere dimagrante e acceleratore del metabolismo, il pepe deve essere assunto con moltissima moderazione - se non addirittura evitato - in caso si soffra di ulcere, gastriti o emorroidi: un solo granello può, infatti, irritare le mucose.