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Rabarbaro

Coltura del genere Rheum, il rabarbaro appartiene alla famiglia delle Polygonaceae ed è soprattutto nota per essere ingrediente di liquori o caramelle dal particolare retrogusto amaro.

Riconoscere, però, questa speciale pianta solo per un utilizzo così limitato sarebbe ingrato e incompleto: questa pianta erbacea perenne, infatti, si contraddistingue anche per la sua bellezza - la pianta di rabarbaro vanta un uso ornamentale sempre più diffuso nelle nostre case - per la sua facilità di coltivazione e per gli importanti nutrienti contenuti non solo nelle radici (utilizzate per produrre, appunto, bevande e caramelle amarognole) ma soprattutto nelle coste, il cui sapore ben si sposa con preparati dolci e salati.

Indice


La pianta di rabarbaro

La pianta di rabarbaro si caratterizza per una grossa radice fittonante e per la possibilità di raggiungere altezze considerevoli, sino a ben 200 cm.

Le origini di questa particolare coltura sono da far risalire al 2700 a.C.. L'aromatica era utilizzata dai Cinesi e dagli Asiatici in genere come alimento; utilizzo, questo, diventato prassi anche in Occidente e in Europa solo in tempi più recenti.

Del rabarbaro si consumano le coste ma non le foglie, tossiche a causa della presenza massiccia al loro interno di acido ossalico; in compenso, sono proprio foglie e fiori a rendere la pianta bellissima, tanto da essere spesso acquistata o coltivata solo per motivi estetici.

Il rabarbaro viene impiegato anche come rimedio officinale e farmacologico, specialmente quello cinese; il rabarbaro gigante, invece, non appartiene alla stessa famiglia di questa coltura, pur somigliandole moltissimo.

Come seminare rabarbaro

Abbiamo sottolineato come esistano diversi metodi di riproduzione di molte colture, specialmente quelle aromatiche, oltre alla classica semina. Stesso discorso vale per il bellissimo rabarbaro che può essere, oltre che seminato in vaso o campo aperto, anche riprodotto per divisione del rizoma oppure trapiantato in terreno qualora si acquisti una piantina già germinata.

Qualunque sia la metodologia prescelta, il suolo ospitante semi o piantine di rabarbaro dovrà essere accuratamente lavorato per garantire un corretto drenaggio alle colture. Via libera, quindi, al ricorso massiccio della vanga, nonché alla mescolanza di sabbia con terreno o alla creazione di aiuole rialzate per potenziare la capacità drenante del suolo. E' necessario, inoltre, concimare il suolo prescelto per la semina del rabarbaro con letame o compost.

La semina del rabarbaro si avvia a temperature moderate, non troppo calde, in vasetto. Il periodo ideale per avviare la germinazione è marzo, con trapianto delle colture appena nate a metà aprile o a maggio. Le piantine andranno distanziate tra loro almeno un metro, poste su file lontane l'una dall'altra almeno due metri. Proprio per il ricorso a sesti d'impianto così ampi non è consigliabile gestire la semina del rabarbaro in vaso, salvo che non si ricorra a contenitori molto capienti.

Come coltivare rabarbaro

La coltivazione del rabarbaro è semplicissima da gestire.

Si parte, come di consueto, dall'allontanamento delle erbacce infestanti dalla pianta tramite sarchiatura (che consente anche di rompere la crosta superficiale della zolla) e pacciamatura, quest'ultima anche da attuare tramite la semina di trifoglio nano intorno alle piantine di rabarbaro, in modo da fornire alla coltivazione anche un apporto abbondante di preziosissimo azoto.

Non dimentichiamo di irrigare correttamente il nostro rabarbaro, avendo cura di annaffiarla solo durante i periodi più secchi e di aumentare l'apporto idrico in caso di coltivazione in vaso. Altro aspetto importante da curare quando si avvia una coltivazione di rabarbaro riguarda la concimazione, da effettuare una volta all'anno, in autunno, fornendo al rabarbaro letame, compost maturo, humus o stallatico pellettato. In caso di coltivazione su balcone o veranda si ricorrerà al concime liquido, da applicare tre volte all'anno.

La raccolta delle deliziose coste di rabarbaro si avvia a partire dal mese di aprile e si protrae fino ai mesi autunnali, avendo cura di metterla in stand-by durante l'estate. Si raccolgono i gambi più grossi e si conclude questa piacevole fase in inverno, potando tutti i gambi rimasti.

Quali accorgimenti adottare per il rabarbaro

Per non disperdere le energie della pianta in fase di fioritura è consigliabile tagliare lo scalpo floreale appena appare, salvo che non si ami l'aspetto estetico notevole del rabarbaro o non si desideri ottenere proprio dai fiori i semi per avviare una nuova coltivazione.

Altro stratagemma per ottenere coste tenere e gustose dalla pianta di rabarbaro consiste nella forzatura della coltura tramite copertura della pianta per circa due settimane. 

Possiamo, infine, utilizzare il tossicissimo acido ossalico contenuto nelle foglie di rabarbaro per creare un macerato biologico al cento percento avente funzione repellente per parassiti come gli afidi.

Malattie e parassiti del rabarbaro

Il rabarbaro è una coltura robusta e resistente, le cui patologie - legate soprattutto all'eccessivo ristagno idrico - possono essere prevenute garantendo un corretto drenaggio del suolo.

Per quanto riguarda le aggressioni da parte di parassiti o insetti, la coltura viene ritenuta maggiormente un riparo per chiocciole e limacce più che un pranzetto a buon mercato.

Proprietà del rabarbaro

Foglie tossiche a parte, il rabarbaro si contraddistingue per una miriade di proprietà benefiche che la rendono un infallibile rimedio medico e officinale.

Il rabarbaro è un depuratore naturale del fegato e vanta qualità digestive, aperitive e lassative (attenzione, in questo caso, a non eccedere per non irritare il colon), nonché antisettiche per l'apparato digerente. Bisogna, tuttavia, consumare coste e prodotti ottenuti tramite radici di rabarbaro con cautela, evitando l'assunzione in gravidanza, durante l'allattamento, in caso di patologie preesistenti all'apparato gastro-intestinale e nei bambini al di sotto dei due anni di età.

Valori nutrizionali del rabarbaro (x 100 gr)

  • Calorie 21
  • Acqua 93,61 g 
  • Proteine 0,9 g
  • Carboidrati 4,54 g
  • Fibre 1,8 g
  • Calcio 86 mg
  • Ferro 0,22 mg
  • Magnesio 12 mg
  • Fosforo 14 mg
  • Potassio 288 mg
  • Sodio 4 mg


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