E' una coltura aromatica ancora troppo poco utilizzata nelle nostre cucine, ma che meriterebbe maggiore attenzione e uno spazio d'onore sui nostri terrazzi od orti: è il coriandolo (Coriandrum sativum), altrimenti noto come prezzemolo cinese, una pianta appartenente alla famiglia delle ombrellifere dal sapore e dal profumo molto particolare, probabilmente "eccessivo" per i palati più delicati ma che varrebbe la pena, almeno una volta nella vita, testare.
La pianta di coriandolo è originaria delle aree del Mediterraneo.
La coltura appartiene alla stessa famiglia di prezzemolo, aneto, cumino e finocchio. L'etimologia del suo nome è da attribuire al latino: Coriandrum fu, infatti, una parola citata da Plinio che affondava a sua volta le radici nel termine greco korios (cimice) + il suffisso -ander (somigliante).
Il coriandolo è una pianta che venne usata sin dai periodi antichi come rimedio medicinale; attualmente il suo uso in cucina è duplice, potendo essere consumati sia le foglie dell'ombrellifera che i suoi semi, che vengono macinati come il pepe.
Il coriandolo è un'erbacea annuale che può raggiungere altezze comprese tra i 40 e i 60 cm; la sua capacità "contenitiva" la rende perfetta "partner" di altre piante aromatiche in orto e coltura perfetta da gestire in vaso. I fiori del prezzemolo cinese sono piccoli, di colore bianco-rosato, raccolti in ombrelle e impreziosiscono l'aromatica tra i mesi primaverili e gli estivi.
Nonostante l'esotico epiteto di "prezzemolo cinese", la semina del coriandolo e la sua successiva gestione sono operazioni talmente semplici da poter essere effettuate anche da mani meno esperte.
Il coriandolo, infatti, non è un'aromatica esigente né in termini di terreno né tantomeno per quanto riguarda le condizioni climatiche con le quali avviare la semina. Dobbiamo solo ricordare che in caso volessimo raccogliere le foglie della piantina sarà importante seminare e coltivare il coriandolo in aree a mezz'ombra.
La semina del coriandolo può essere avviata in vaso o in campo aperto, senza l'ausilio del semenzaio, tra marzo e maggio. Il suolo viene smosso, concimato con compost e concime pellettato organico e affinato. Si passa alla disposizione dei semi a spaglio oppure a file, distanziandole almeno 25 cm l'una dall'altra.
Come la maggior parte delle piante aromatiche, anche il coriandolo ha bisogno di pochissimi operazioni colturali per crescere sano e rigoglioso, in vaso così come in orto.
Dobbiamo ricordare semplicemente di lavorare la zolla ospitante la piantina con sarchiello o zappino, non solo per tenere lontane le erbacce ma anche e soprattutto per consentire al terreno di arieggiare, evitando la formazione di croste superficiali.
Per quanto concerne la raccolta del coriandolo, bisogna tenere a mente che mentre le foglie possono essere raccolte tutto l'anno (avendo cura di non tagliare gli steli rasoterra), i semi vengono raccolti tagliando nelle ore diurne più fresche le ombrelle imbrunite, che verranno appese in luogo ombroso, fresco e ventilato per poter estrarre successivamente i semi con facilità.
Il coriandolo non ha bisogno di concimazioni eccessive in fase di coltivazione: basterà ricorrere a qualche macerato biologico (come quello d'ortica). Per quanto riguarda il capitolo irrigazione, invece, l'ombrellifera va annaffiata spesso ma senza esagerare con le dosi.
Nonostante il sapore piuttosto audace (tanto che la consumazione del coriandolo è sconsigliata alle donne in fase di allattamento, giacché le foglie o semi possono alterare il sapore del latte), il coriandolo è una vera e propria miniera di sostanze che agiscono non solo sull'apparato intestinale (eliminando il gas e prevenendo gli spasmi addominali), ma che hanno mostrato benefiche funzioni fungicide, antibatteriche e soprattutto chelanti, favorendo l'espulsione dal corpo umano di numerosi metalli pesanti.