Aromatica insolita e dal sapore particolare, l'aneto (Anethum graveolens) appartiene alla famiglia delle ombrellifere ed è nota anche con il nome di "finocchio bastardo" per via della sua notevole somiglianza con il finocchio selvatico.
L'aneto è una pianta speciale, perché il suo sapore ricorda moltissimo quello dell'anice o del cumino, ma al contempo è unico nel suo genere. La pianta aromatica dell'aneto è una erbacea annuale, che può raggiungere dai 60 cm al metro di altezza, facilissima da coltivare e reperire (si tratta di una coltura che può essere trovata in aree collinari o in pianura sino a circa 600 metri di altezza) e utilizzata con successo soprattutto nelle aree nord-europee.
Ottima da gestire in orto o in vaso, bisogna fare solo attenzione alla potenzialità infestante della pianta.
Il nome aneto deriva dal greco "anethon"(anice): non è, dunque, un caso che il sapore di questa aromatica verdissima dai fiori gialli e piccoli e dalle foglie amare ricordi quello dell'anice. Dobbiamo, invece, al biologo svedese Carl von Linné l'attribuzione del nome scientifico dell'aneto, coltura originaria dell'area sud-ovest dell'Asia poco diffusa nella nostra Nazione (sono le aree del centro-nord italiano a registrare la maggiore presenza dell'ombrellifera).
L'aneto è una coltura che ama il sole, che patisce le gelate e che necessita di aree luminose e poco ventilate per poter crescere sana e rigogliosa.
La semina dell'aneto è di tipo scalare e si avvia a partire dal mese di aprile per protrarsi lungo tutta la stagione estiva. L'aromatica può essere seminata anche in vaso, ricordando che per una perfetta germinazione dell'ombrellifera sono necessarie temperature miti, comprese tra i 15 e i 25 gradi.
Il terreno ospitante i semi di aneto andrà lavorato con cura; sarà possibile aggiungere del compost nel letto di semina, ma senza esagerare. Un terreno ben preparato e ben drenato potrà comportare la successiva risemina spontanea dell'aneto, che in una prima fase potrà essere seminata a spaglio, con diradamento successivo delle piantine in eccesso.
In caso di semina per file, ricordiamo di distanziare queste ultime tra loro almeno 40 cm.
Che sia coltivata in campo aperto oppure in vaso, l'aneto avrà bisogno di essere annaffiato spesso e con regolarità per crescere rigoglioso.
La pacciamatura con paglia, foglie secche o altri elementi naturali serviranno a mantenere il suolo umido e a tenere lontane le fastidiose erbacce. La raccolta dell'aneto può avvenire una volta che le foglie sono giovani e tenere: sono queste, infatti, le parti utilizzate in cucina, senza dimenticare i semi dell'aneto che, oltre a essere nuovamente inseriti nel terreno possono anche essere utilizzati per insaporire dolci o verdure sotto aceto.
E' sconsigliata la semina ravvicinata tra aneto e finocchio selvatico: essendo specie simili, infatti, la combinazione tra le due aromatiche potrebbe dare il via a una coltivazione "ibrida".
L'aneto è una consociata perfetta nell'orto: poniamola a fianco di cetrioli e fave e queste colture ringrazieranno!
L'aneto è amata da contadini neofiti ed esperti grazie alla sua resistenza all'attacco di patologie o insetti, eccezion fatta per afidi e lumache.
I primi possono essere trattati e allontanati dall'aromatica grazie all'ausilio di rimedi naturali, quali: sapone di Marsiglia, estratti di aglio, ortica o peperoncino. Per quanto concerne le simpatiche lumache, queste possono prendere di mira le piantine di aneto quando sono piccole. La soluzione migliore è quella di sistemare trappole naturali o ricorrere all'ortofosfato di ferro.
L'aneto contiene un olio essenziale benefico per il nostro organismo. L'olio, infatti, vanta proprietà rinfrescanti, digestive e antisettiche.
I semi della pianta, inoltre, possono essere messi in infusione e utilizzati per diversi scopi, quali: alleviare l'insonnia, tenere a bada le flatulenze, far passare il singhiozzo e i crampi allo stomaco, favorire la digestione.