E' ritenuto a pieno titolo uno degli ortaggi principe dell'inverno, il cavolfiore (Brassica oleracea var. botrytis), appartenente come la verza e il cavolo cappuccio all'arcinota famiglia delle crucifere.
Il cavolfiore si contraddistingue per il corimbo, l'infiorescenza a palla color bianco (ma non solo: esistono varietà di cavolfiore gialle, arancioni e persino viola!) che è la parte commestibile dell'ortaggio. Del cavolfiore si mangiano anche le foglie, spesso aggiunte in zuppe per insaporirle.
Pianta resistente al freddo, il cavolfiore può essere coltivato non solo in autunno (con semina prevista nei mesi estivi) ma anche nell'intero arco dell'anno in base alle diverse varietà: precocissima (la cui raccolta avviene ad ottobre), precoce (che viene raccolta a novembre-dicembre), invernale (raccolta a gennaio-febbraio) e tardiva (la cui raccolta si avvia da marzo sino a maggio).
La coltivazione del cavolfiore è biennale; l'unico accorgimento da adottare per ottenere delle crucifere pronte al consumo è quello di evitare gli eccessi: no, quindi, a gelate eccessive o a climi torridi.
Come anticipato, la semina del cavolfiore si può avviare quasi tutto l'anno, avendo cura di optare per un avvio con temperature che non scendano al di sotto dei 6 gradi e che si aggirino tra i 18 e i 20 gradi. E' possibile, inoltre, avviare la germinazione in semenzaio a partire dal mese di marzo, evitando di seminare tra giugno e i primi giorni di luglio.
Il terreno ideale alla semina del cavolfiore è umido, non stagnante, di medio impasto. Il terreno andrà preparato aggiungendo letame maturo o humus, oltre che con una vigorosa vangatura per prevenire eventuali, futuri ristagni idrici.
In caso di semina in semenzaio, le piantine andranno trapiantate trascorsi i 40 giorni dalla semina, impostando un sesto di impianto che tenga distante le piantine l'una dall'altra almeno 60 cm.
Il cavolfiore è una pianta che ha bisogno di attenzioni speciali per non essere aggredita da parassiti o malattie e per concludere in maniera fruttuosa il suo ciclo colturale.
Frequenti sarchiature serviranno a tenere lontane le erbacce infestanti, mentre la pacciamatura contribuirà a mantenere il suolo umido, evitando quindi annaffiature esagerate che possono provocare ristagni, con disastrose conseguenze annesse.
A proposito di irrigazione, la crucifera va annaffiata spesso ma senza esagerare. La raccolta dei policromatici cavolfiori può essere avviata quando il corimbo è pienamente sviluppato, sodo e compatto. Mai aspettare troppo: se i fiori si separano, si compromette la qualità dell'ortaggio.
La rotazione colturale del cavolfiore va gestita con attenzione.
La crucifera non deve essere coltivata in terreni che hanno ospitato la medesima coltura per almeno tre anni, né deve seguire a piante appartenenti alla stessa famiglia; può, invece, essere coltivata in terreni che hanno ospitato precedentemente leguminose. Il cavolfiore è ottimo vicino di orto di pomodori e di aromatiche come salvia, sedano e rosmarino.
Tra gli insetti più temibili del cavolfiore non possiamo non citare la cavolaia, bruco che è solito aggredire le crucifere e che può essere sconfitto grazie al bacillus thuringensis.
L'ernia del cavolo è invece la patologia più rischiosa per il cavolfiore. La malattia può essere curata con il rame, ma la soluzione ideale sarebbe prevenire l'insorgenza del problema, magari evitando ristagni idrici.
Il cavolfiore è uno degli ortaggi amici della dieta.
Ricco di vitamina C e minerali, è l'alimento ideale in caso si soffra di diabete e per alleviare i disturbi causati dal raffreddore. Il cavolfiore, inoltre, stimola il funzionamento della tiroide e contribuisce a tenere a bada cuore e pressione arteriosa.