Nota anche come gattàia o gattària, l'erba gatta (Nepeta cataria) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiacee tanto piccola nelle dimensioni quanto infestante.
Prendersi cura di questa coltura - che, a dispetto del nome, non viene consumata solo dai nostri amici felini e che rientra a pieno titolo nella categoria delle piante aromatiche - è talmente semplice che spesso la sua diffusione rischia di sfuggire di mano anche ai coltivatori più esperti.
Coltura che può raggiungere circa 15 cm di altezza (in alcuni casi può arrivare anche a sfiorare i 50 cm, attacchi felini permettendo!), l'erba gatta è presente in natura con le sue oltre 200 varietà e, come anticipato, il suo uso è sdoganato anche per i bipedi umani, specialmente per quanto riguarda eventuali usi "medici".
La prima comparsa dell'erba gatta risale all'Antica Roma: nonostante il nome Nepeta cataria fu coniato dal naturalista svedese Linneo nel lontano Settecento, infatti, fu in realtà Gaio Plinio Secondo a citare per primo nelle sue opere il nome generico Nepeta.
La gattària è coltura diffusissima non solo in Europa, ma anche nei continenti asiatico e africano.
La semina dell'erba gatta non richiede particolari premure, specie se avviata in campo aperto.
Qualora volessimo dedicarci a una semina in vaso da porre sul nostro terrazzo, invece, basterà solo ricordare di porre sul fondo del contenitore preposto per la semina della ghiaia o dei sassolini per consentire un corretto drenaggio idrico della futura coltura.
L'erba gatta può essere seminata tutto l'anno, ma è consigliabile prediligere periodi caldi e optare per aree ben soleggiate ove porre i semi; altro aspetto da considerare sia in caso di semina in orto che in balcone riguarda la ricchezza del terriccio in torba, elemento importantissimo per la riuscita della semina. Per quanto riguarda la concimazione, basterà nutrire le piante con del compost casalingo.
Ogni pianta di gattària dovrà distare dalla sua omologa almeno 50 cm.
L'erba gatta è un'aromatica perfetta da coltivare sia in vaso che in orto. La pianta, infatti, non teme aggressioni da parte di insetti né patologie, è ottima consociata di diverse coltivazioni e non richiede di eccessive attenzioni se non quella, incredibile da vero, di essere controllata per non divenire infestante.
A tal proposito basterà ricorrere a un semplice espediente: trapiantare le neonate colture con il proprio vasetto direttamente nel terreno, in modo da poterne gestire la diffusione sin troppo capillare. L'erba gatta può essere raccolta per essere essiccata o utilizzata fresca praticamente tutto l'anno.
La pianta di erba gatta va annaffiata tutti i giorni non esagerando, però, con le dosi di acqua.
Altra accortezza da porre in caso di gattària riguarda la potatura dei fiori. Tra maggio e agosto è possibile assistere alla meravigliosa fioritura di questa aromatica, che regala allo sguardo dei bellissimi fiorellini violetti, che però vanno recisi alla prima appassitura. In tale circostanza sarà bene tagliare via dalla pianta anche foglie e punte secche.
A dispetto del suo caratteristico nome, l'erba gatta non viene consumata solo dai nostri amati pelosetti.
L'aromatica presenta altresì delle qualità che potrebbero renderla una valida alleata per la nostra salute, a patto però di non lanciarsi in un "fai da te" che potrebbe essere inutile o, ancora peggio, dannoso per il nostro organismo.
Alla gattària sono riconosciute proprietà antipiretiche, sedative, diaforetiche e diuretiche, soprattutto se l'erba viene utilizzata sotto forma di olio essenziale. E' noto, inoltre, un ricorso all'erba gatta in caso di emicrania, disturbi ginecologici o per tenere lontani gli insetti. Oltre a tali caratteristiche, ricordiamo anche che l'erba gatta è una splendida pianta ornamentale, oltre che una sorta di "droga buona" per i nostri amici gatti, sui quali può agire come blando stimolante.
Nell'erba gatta sono presenti le seguenti sostanze attive: