L'Asparagus officinalis - meglio noto come asparago - è un ortaggio dalle innumerevoli proprietà e dal sapore unico. Appartenente alla famiglia delle liliacee, non si contraddistingue per la semplicità nella tecnica colturale; lo sforzo nel gestire la pianta, però, sarà ripagato da un ortaggio dalla tenerezza unica, perfetto da consumare da solo o come ingrediente per numerose e golosissime ricette.
L'asparago è una coltura di tipo perenne, la cui comparsa risale a circa duemila anni fa in Asia Minore e nell'area del Mediterraneo, quando furono gli Egizi a piantarlo e consumarlo.
La pianta di asparago è di tipo erbaceo e perenne, che può arrivare ad ergersi sino a 150 cm di altezza.
Le foglie della liliacea altro non sono che rami modificati dalla consistenza coriacea lunghi dai 6 ai 32 mm; le foglie vere e proprie sono piccole squame non facilmente visibili. L'ortaggio che siamo abituati a consumare è il turione, solitamente di colore verde; esistono, in natura, diverse varietà di asparago, caratterizzate anche da diversa sfumatura cromatica, come il viola o il rosa.
Le varietà più note di asparagi sono: l'asparago di Mezzano, l'asparago bianco di Bassano DOP, l'asparago bianco di Conche e l'asparago di Badoere IGP.
Le tecniche colturali dell'asparago sono piuttosto complesse. Si può avviare la produzione partendo dal seme oppure dalla "zampa" dell'asparago, avviando la semina nei mesi primaverili. Il terreno richiesto per l'asparago deve possedere delle significative proprietà drenanti (in caso di suolo argilloso, basterà aggiungere della sabbia per prevenire il ristagno idrico) e deve essere ben esposto al sole; bisogna, inoltre, fornire alla coltura uno spazio molto grande in modo da poterle fornire tutte le cure colturali successive alla nascita delle piantine: si parlerà, quindi, di creazione di una asparagiaia.
L'asparago è una coltura poliennale, che necessiterà di almeno 24 mesi per poter essere considerata "fruttuosa" e prolifica.
L'asparagiaia va annaffiata con giudizio: basteranno piccole ma frequenti irrigazioni a prevenire ristagni idrici e, al contempo, a garantire alla coltura la giusta dose di acqua per crescere sana e inattaccabile da parassiti e malattie.
Bisogna, inoltre, ricordare di svolgere opere di pacciamatura e rincalzo in primavera e in inverno. Importanti sono, infine, rotazioni e consociazioni tra la pianta di asparago e le altre colture: bisogna assolutamente evitare di coltivare asparagi subito dopo le patate, perché gli asparagi potrebbero essere soggetti a patologie fungine contratte dai tuberi. Gli asparagi sono ottimi "vicini" di orto di carote, insalate, zucche, zucchine e cetrioli; bisogna, tuttavia, prendere atto che l'asparago ha bisogno di moltissimo spazio per crescere. Gli asparagi vanno raccolti una volta raggiunti almeno i 12 cm di altezza.
L'asparago può essere soggetto agli attacchi di patologie e parassiti che possono essere prevenute svolgendo delle corrette operazioni colturali. Annaffiare in maniera frequente ma con dosi limitate, sarchiare il suolo e non concimare troppo sono tra le opere di prevenzione più efficaci per evitare che la coltura venga aggredita da malattie che possono compromettere il raccolto; qualora tali opere non bastassero esiste tuttavia un rimedio biologico piuttosto efficace: il macerato di equiseto.
Le malattie più frequenti che possono colpire la pianta di asparago sono:
L'asparago può rappresentare una sfida "gustosa" anche per insetti e parassiti, tra i quali ricordiamo:
L'asparago è un ortaggio ricchissimo di proprietà benefiche. Grazie al suo significativo apporto vitaminico (in particolare, l'ortaggio è ricchissimo di vitamine A, E e C) e alla presenza di acido folico e cromo l'asparago contribuisce a prevenire patologie metaboliche quali il diabete di tipo 2 e patologie tumorali come il cancro al colon, al seno e alle ossa. Gli asparagi vantano, inoltre, comprovate proprietà depurative, diuretiche e antinfiammatorie; sono ortaggi perfetti per contrastare la stipsi.