Il peperoncino Tomato Pepper pone le sue origini in Ungheria, terra in cui veniva coltivato per la produzione di paprika, utilizzata per cucinare le pietanze locali.
La sua diffusione nel mondo si deve al grande lavoro della famiglia Joe Hussli di Beaver Dam, che nei primi anni del ‘900 diede inizio all’esportazione nel resto del mondo.
In Italia, tale specie è divenuta, nel 2006, Presidio Slow Food, grazie all’impegno della Regione Campania nel recupero del germoplasma e nella riproduzione del seme originario in campo sperimentale.
Il Tomato Pepper non ha una gradazione piccante molto elevata, tanto che nella scala di Scoville raggiunge i 5.000 SHU.
La pianta di Tomato Pepper vanta una grande quantità di rami e foglie che la rendono molto somigliante ad un cespuglio. Le sue dimensioni possono raggiungere anche i 150 cm di altezza e risulta essere forte e resistente, nel corso degli anni.
I peperoncini hanno dimensioni abbastanza elevate e la loro forma ricorda quella di un pomodoro. È proprio da questo particolare che deriva il loro nome. “Tomato”, in lingua inglese, significa per l’appunto “pomodoro”.
Il loro colore varia durante la fase di crescita. Inizialmente è verde poi, a maturazione completa raggiunta, il peperoncino assume una pigmentazione rossa vinata, oppure giallo brillante.
La polpa risulta essere carnosa e allo stesso tempo molto dolce.
Coltivare una pianta di Tomato Pepper non risulta essere eccessivamente complesso. Per una corretta e naturale crescita il peperoncino necessita condizioni climatiche stabili e con temperature abbastanza elevate, spesso comprese tra i 18° C e i 32° C.
La pianta è molto produttiva, anche se i primi frutti inizieranno a formarsi tardivamente.
Il terreno necessita di essere annaffiato, ma con parsimonia.
Il peperoncino Tomato Pepper, grazie alla sua consistenza e alla particolarità di non essere eccessivamente piccante, può essere consumato direttamente fresco, proprio come fosse un normalissimo pomodoro.
Inoltre, nella cultura popolare campana, tale frutto è l’ingrediente principale utilizzato per soffritti in padella, per essere ripieno al forno, oppure per essere conservato sottolio e sottaceto.