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Chiamata già dai nostri antenati “fagiolo miracoloso”, la soia è uno dei raccolti sacri, veniva coltivata dalla popolazione cinese sin dal 2700 a. C.
E’ un alimento altamente proteico che si presenta sotto forma di semi in baccello ed è considerato il sacro graal contro la malnutrizione nei paesi poveri o in via di sviluppo, grazie alla sua capacità di sostituire quasi del tutto le proteine animali: per lo stesso motivo è preferito dai vegetariani.
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La soia viene utilizzata da grosse catene di produzione e distribuzione, ad esempio gli Stati Uniti d’America sono i maggiori produttori mondiali, seguiti da Cina, India, Indonesia, Africa, Filippine, America centro- meridionale e Russia, ma per aumentare la produzione spesso vengono modificate geneticamente parecchie varietà, in particolare per la raffinazione dell’olio. Più un prodotto viene lavorato in laboratorio e più si perdono le proteine e i nutrienti fondamentali... Recenti studi hanno costatato che la soia è dannosa per il nostro organismo per la presenza di inibitori degli enzimi e fitoestrogeni, ovvero tutte quelle varietà modificate in laboratorio, cosa che non avviene con il prodotto originale, anzi al contrario produce benefici ed effetti curativi nei confronti di molte malattie. Purtroppo l’unico sistema per utilizzare ed assumere soia “non modificata” è tracciare tutta la filiera, considerando che piccoli e grandi coltivatori diretti, maggiormente in Italia, puntano sulla trasparenza e sulle culture biologiche.
E’ ottima alleata contro il colesterolo, viene infatti utilizzata in molte preparazioni culinarie, senza contare i successi sulla cura di malattie più gravi come quelle legate al fegato grasso e alla lotta contro alcuni tumori, come pubblicato recentemente da una ricerca italiana della Fondazione Veronesi. Considerate che la Food Research International dichiara che le farine ricavate dai semi di soia inibiscono la crescita delle cellule di cancro al colon del 73%, di cancro al fegato del 70% e di tumore ai polmoni del 68%. Inoltre gli isoflavoni presenti nei semi combattono l’osteoporosi e ristabiliscono i livelli di grassi dopo la menopausa, sia che venga assunta dall’organismo prima di essa, sia fino a 5 mesi dopo, oltre a ridurre l’ispessimento delle arterie.
La proteina isolata di soia è l’elemento più proteico in assoluto, ma con altri elementi come la tripsina che inibisce l’assimilazione di aminoacidi. L’industria moderna si impegna con tutte le sue forze a eliminare questi anti-nutrienti, ottenendo però, a causa della lavorazione eccessiva, l’effetto contrario anche sulle proteine stesse. Esistono circa 30 diverse varietà di soia, in Italia le migliori sono: Fukui, Blanca, Taira, Regir, Dekabig, Atlantic, Demetra, Bahia.
La soia per essere coltivata nel miglior modo possibile necessita di un clima mite, molto caldo ma umido, per questo si consiglia di piantarla nella tarda primavera, verso maggio. Le condizioni ottimali vogliono:
La data di maturazione si aggira tra il 267° giorno dell’anno e la lunghezza delle ore di luce incide molto sulla crescita e sulla differenza delle diverse varietà.
La pianta si presenta con fiori di colore viola o rosa e baccelli con circa 5 semi ciascuno che maturano da 50 a 140 giorni a seconda della varietà. Le foglie ingialliscono e i baccelli si seccano e il momento adatto per il raccolto è proprio quello che precede l’apertura del baccello.